Di Giuseppe Sparta è pieno il mondo della pallanuoto. Gente che lavora, ha famiglia, ma che trova il tempo e le energie per la grande passione dello sport. Che lo vive con impegno e sacrificio, che sa godere delle piccole felicità che la pallanuoto sa restituire. Giuseppe fa l’operaio, ha moglie e due figli (Viviana, Carlo e Giulio) e si sveglia ben prima dell’alba per andare in fabbrica, ma ogni giorno alle 17 è in piscina a Siracusa, per allenare gli HaBaWaBa dell’Ortigia. E di felicità l’ultimo HaBaWaBa International Festival gliene ha data tanta. “Per me è stata la terza volta, ma è sempre un’esperienza straordinaria”, ci dice. “Rispetto al passato, per l’Ortigia è cresciuta la partecipazione delle famiglie. In questa edizione abbiamo portato due squadre, i Ranocchi, guidati da Alessandra Battaglia, e i Gamberetti, allenati da me. Contando i genitori in totale eravamo in 35. E i bambini hanno vissuto una settimana eccezionale. Per loro è una bella soddisfazione, dopo un anno passato ad allenarsi all’aperto anche d’inverno”.
Il momento più emozionante è stato l’unica vittoria dei Ranocchi, squadra U11 con 4 elementi U9, arrivata contro il Como. “Erano felici come se avessero vinto il torneo. E lo erano tutti, anche i Gamberetti, che hanno tifato per loro. Per me trattenere le lacrime non è stato facile…”. Secondo Sparta, per i bambini è stato fondamentale vivere una settimana insieme un evento così coinvolgente. “L’esperienza del gruppo, dello stare insieme, non la dimenticheranno. Vederli piangere ed esultare insieme è un vero successo per noi allenatori. Ed è stato sorprendente vedere come hanno legato con i bambini delle altre squadre: alcuni hanno scambiato messaggi con i brasiliani dell’Abda Bauru, altri che a casa stanno seguendo dei corsi d’inglese hanno potuto finalmente parlarlo, hanno legato con i ragazzini californiani del Newport Beach. E sono rimasti entusiasti anche workshop dell’IRC sulla rianimazione. La verità è che all’HaBaWaBa si respira un’atmosfera eccezionale, per i ragazzi s’è trattato di una settimana indimenticabile: ringrazio le famiglie che hanno mandato i loro figli, Alessandra Battaglia, che lavora con me, e anche Yiannis Giannouris per tutto l’aiuto che ha dato al nostro settore quando è stato all’Ortigia”.
Giuseppe racconta poi come l’HaBaWaBa sia stato un’occasione di crescita anche per lui. “Mi è piaciuto molto il primo clinic con Mino Di Cecca, il c.t. dell’U17, quello in cui ha raccontato la sua storia di allenatore. Mi sono rivisto in lui, nelle sue difficoltà quando ha iniziato, nella sua passione. Mi ha ricordato una conferenza nella quale Sandro Campagna ci raccomandava di dire ai bambini di pensare in grande, in modo da accrescere il loro amore e il loro impegno nella pallanuoto: ‘non devono sognare di arrivare in prima squadra, ma di vincere le Olimpiadi’. Io ho 38 anni e faccio l’operaio, ma all’HaBaWaBa ho capito che per essere un buon allenatore anch’io devo sognare, un giorno, di vincere le Olimpiadi”.