Riceviamo e pubblichiamo un articolo di Daniele Elefante, giocatore e allenatore delle giovanili del Sori, che ha partecipato alla 12a edizione dell’HaBaWaBa International Festival insieme al suo collega Emanuele Rezzano e alla piccola squadra di U11 granata. Un pezzo che merita attenzione, perché sintetizza il bello dell’esperienza HaBaWaBa vista da un giovane coach.
L’HaBaWaBa, che esperienza! di Daniele Elefante
Si è concluso un bellissimo torneo come l’HaBaWaBa International Festival e pensi: “Magari ci fosse stato quando ero piccino“, ma ora che sei un po’ più grande ti rintracci nei tanti ragazzini che hanno avuto la fortuna di giocarlo, viverlo, da protagonisti. Dall’incontro per prendere il pullman, ai primi lamenti del tipo “quando arriviamo? Quando ci fermiamo? Devo andare in bagno”, fino all’arrivo nel Bella Italia Village di Lignano Sabbiadoro.
Struttura stupenda, squadre che arrivano da ogni dove: ci sono l’ungherese, il francese, il brasiliano, arrivano dall’Italia e dall’estero, si scontrano e battagliano in acqua ma fuori si divertono insieme. C’è chi canta, chi fa la battuta, perché si gioca e tanto ma ci si diverte anche tanto. “Ema, mi dà fastidio, non riesco a dormire” queste sono le più comuni uscite dei piccoli Under 11. C’è spazio per il rimprovero, c’è il discorso costruttivo, ma tutto fa parte della crescita del bambino, lontano da casa e dalla famiglia e per una settimana a dover condividere tutto con i suoi compagni. Ci sono la colazione, il pranzo e la cena insieme, partite accavallate l’una sull’altra, il mare, gli scivoli. C’è tutto. “Con chi giochiamo?” chiedono i più svagati, ma poi ci sono anche quelli che pensano solo ai punti fatti, a quelli da fare, sono ragazzini ma tengono già a fare risultato perché questo è lo sport.
Si gioca, si vince, si perde, si gioisce oppure si piange, ma lo si fa insieme. Ci sono poi gli allenatori e chi ti segue per sette giorni ma ti ha cresciuto e fatto migliorare nel corso degli anni. Un Emanuele di turno che ha moglie e tre bambini ( di cui due nella squadra), ma che ha dato l’anima per creare un gruppo di amici dentro e fuori dall’acqua. Un genitore allenatore che è riuscito a far coesistere il più introverso con l’indisciplinato, il distratto con il più furbo, quello meno bravo con il più portato, formando un quadro perfetto. E beh, quando vedi poi tutti aiutarsi, le faccette soddisfatte per aver dato tutto anche dopo una delusione, capisci che questo allenatore ha fatto veramente un bel lavoro e sapere che non allenerà più spiace. È bello vedere come Emanuele sia entrato nel cuore dei genitori e all’aperitivo di ringraziamento come in altre occasioni si sia emozionato per aver lasciato un segno indelebile. Ecco questo è sport e di Emanuele ce ne sono ma dovrebbero essere sempre di più. Dai, sono contento anche io di aver partecipato a questa haba waba ed essermi divertito con questi bambini, lasciando un ricordo anche io nel mio piccolo.
Grazie Ema, da parte di tutti, grazie a questi splendidi bimbi e ai genitori che ci hanno coccolati.
Parole che si riferiscono alla Rari Nantes Sori e all’allenatore Emanuele Rezzano, che dal prossimo anno non allenerà più, ma in cui in tanti possono rintracciarsi.