A due giorni dalla fine dell’HaBaWaBa International Festival 2019 è venuto il momento dei numeri. Dati che servono a raccontare l’enormità di questo evento, il più grande e spettacolare nel mondo della pallanuoto giovanile, possibile grazie all’impegno della Waterpolo Development ma anche all’aiuto delle società e dei coach, che hanno ormai compreso a pieno lo spirito HaBaWaBa, lo hanno fatto loro, consentendo ai bambini – i veri protagonisti del Festival – di vivere nel migliore dei modi un’esperienza che ricorderanno per tutta la vita.
I dati ufficiali raccolti da Delta I.S.O., l’azienda che si occupa del sistema di accredito dell’HaBaWaBa International Festival, i piccoli atleti della 12a edizione sono stati 1.485, provenienti da 10 paesi diversi. Insieme a loro, sono arrivati al Bella Italia & EFA Village 242 tra allenatori e dirigenti e 1.441 familiari e tifosi. A questi numeri, vanno aggiunti quelli degli organizzatori – un esercito di 237 persone tra membri WPD, arbitri, membri delle giurie, volontari, medici e media – e 12 ospiti VIP. In totale, dunque, in una settimana l’HaBaWaBa International Festival ha coinvolto 3.417 persone. Un numero ancora una volta strepitoso per una manifestazione sulla pallanuoto rivolta ai bambini. Quanto ai due tornei, nello spazio di 6 giorni di gare le 134 squadre (112 nell’U11 e 22 nell’U9) hanno giocato in totale 696 incontri, segnando complessivamente 8.448 gol.
Numeri che non possono che rendere orgogliosa la Waterpolo Development, fiera anche del successo delle nuove regole HaBaWaBa. “I bambini si sono adattati immediatamente e il cambiamento ha dato i frutti sperati: con le nuove regole vince chi si muove di più, il che ha portato a vedere una pallanuoto più dinamica e meno fisica”, le parole del presidente WPD Lucio Pisani. “Le nuove regole – continua Pisani – hanno anche liberato la fantasia dei bambini, che hanno inventato nuovi modi di dribblare o di difendere. Inoltre il gioco è diventato meno duro, permettendo anche ai più piccoli di divertirsi e allontanando le paure dei genitori, alcuni dei quali temevano che la pallanuoto fosse uno sport troppo pericoloso per i propri figli. Questa è una pallanuoto ‘per tutti’, che dunque può attrarre più atleti e allargare la base dei praticanti”. Quanto all’applicazione delle regole, naturalmente, c’è ancora da lavorare. “Ovviamente c’è stato qualche problema di interpretazione, siamo solo alla loro prima applicazione, ma nel complesso i nostri arbitri hanno fatto un ottimo lavoro e crediamo di essere sulla strada giusta. La Fina intende rendere la pallanuoto sempre più veloce e ‘pulita’ in futuro, con queste regole i bambini di oggi saranno già preparati”.